La strada che unisce le borgate di Majano a quelle di Forgaria, attraversando il Tagliamento all’altezza di Cimano, ripercorre idealmente la posizione di uno spartiacque idrografico rimasto tale fino a circa 30.000 anni fa (Pleistocene sup.). Di esso resta oggi visibile solo un moncone roccioso: il Baluardo di Cimano.
Stretto ed allungato in direzione ESE-WNW è completamente circondato dalle alluvioni recenti del Tagliamento. È costituito da un sottile diaframma di arenarie (Miocene inf.). Non più largo di 100 m si estende per quasi 600 m delimitato da ripidi versanti che risentono di esarazioni glaciali e più recenti erosioni fluviali.
In profondità si ricollega al substrato miocenico del quale oggi costituisce una sorta di quinta rocciosa in progressivo assottigliamento verticale e laterale. Il rilievo attuale (Baluardo di Cimano) ha perso ormai ogni valenza dell’originario carattere di spartiacque (“diaframma di Cimano”) riconoscibile solo studiando le successioni pleistoceniche affioranti a valle del sito, oltre la Stretta di Pinzano (v. geosito Scarpata fluviale di Aonedis).
Prendendo in considerazione la situazione idro- grafica precedente a 20.000 anni fa (ultimo acme glaciale würmiano) appare tutta l’importanza dell’antico “diaframma di Cimano”. Il corso del Tagliamento che lo lambiva ne risultava deviato verso Est, oltre Susans. Da lì, attraversando Majano, le acque infine scorrevano verso meridione.
Sul lato opposto dello spartiacque di Cimano, verso Sud-Ovest, il Torrente Arzino era l’unico collettore idrografico. Le sue acque, ancora indipendenti da quelle del Tagliamento, scorrevano (da sole!) verso Sud attraverso la Stretta di Pinzano (cfr. geosito Stretta di Pinzano).
Le esarazioni glaciali e le erosioni fluviali pleistoceniche, unitamente al sovralluvionamento dell’area pedemontana che ebbe l’effetto di innalzare le quote di fondovalle, portarono alla profonda riorganizzazione del reticolo idrografico olocenico.