Appena a monte di Navarons (frazione di Meduno) è presente una successione molto particolare formata da subordinati limi, molto compatti, e prevalenti ghiaie (conglomerati). In un intervallo di tempo imprecisato – forse collocabile nel Pleistocene, ma potrebbe trattarsi anche del Pliocene – nell’antico solco vallivo del Torrente Meduna si accumularono almeno 150 m di ghiaie (trasformate poi in conglomerati) e limi. è possibile effettuare un dettagliato esame del deposito lungo una eccezionale parete scavata da una profonda incisione.
La successione esposta in parete (e percorribile con una buona dose di perizia) inizia alla base con limi molto compatti e sabbie limose, in livelli da millimetrici a centimetrici. Sono sedimenti che in origine si depositavano sul fondale di un lago. Ad essi si sovrappongono banchi conglomeratici inclinati 30°-35°, con ciottoli che hanno taglie modali comprese tra 3 e 8 cm. Sono i depositi di un delta che avanzava progressivamente verso il centro del lago con i propri caratteristici apporti “clinostratificati”, ossia formati da strati già inclinati all’origine. Questi sono a loro volta coperti da altri conglomerati, questa volta organizzati in strati orizzontali. Chiudono la sequenza e testimoniano la trasformazione dell’ambiente da deltizio a fluviale. Mentre il delta avanzava si spostava anche la linea di riva e, congiuntamente, la retrostante piana torrentizia. Quando il lago è stato colmato dalle ghiaie nella valle è tornato a scorrere il Torrente Meduna.
La sequenza descritta nel sito di Ponte Racli si ripete almeno quattro volte sulla verticale, con spessori variabili ma significati ambientali identici: fondolago-delta-fiume, e poi di nuovo fondolago-delta-fiume, per altre tre volte almeno.