Il 9 maggio 1976 dalle pendici sud-orientali del Monte Brancot una frana stimata in 25.000 m³ si abbatté sull’abitato di Braulins, posto al piede del versante. Il distacco avvenne da una ripida parete costituita da conglomerati fratturati. Grossi massi franati avanzarono oltre la rottura di pendenza al piede del versante rotolando per una trentina metri; alcuni di essi investirono gli edifici, talora distruggendoli totalmente. Le modalità del distacco suggerirono che il principale fattore predisponente il crollo fosse stata la presenza di fratture di rilassamento conseguenti al ritiro del ghiacciaio wurmiano, e non tanto la presenza di sistemi di faglie sub-verticali di direzione NW-SE e NNE-SSW, legate a tettonica plio-pleistocenica.
Il fenomeno franoso ha interessato una superficie di circa 33.000 m²; il dislivello tra il coronamento della nicchia e il masso più sopravanzato è stato di 240 m, mentre fino all’apice dell’accumulo è stato di 55 m. Il masso di dimensioni maggiori, di forma sub-cubica con volume di circa 230 m³ e dimensioni di 6,5x6x6 m, rotolò per 33 m lungo il tratto pianeggiante alla base del versante. La pendenza della parete nella zona del distacco è di 75°, mentre tra l’apice della zona di accumulo e il piede la pendenza media è di 29°. La lunghezza totale del versante superava di poco i 400 m.
Prima del sisma si erano verificati crolli di singoli volumi rocciosi che avevano portato alla realizzazione di barriere metalliche paramassi a difesa dell’abitato. Tali opere furono distrutte dalla frana del 9 maggio.
La frana di Braulins verificatasi a ridosso di un centro abitato costituisce anche un caso rappresentativo, ove la ricerca di soluzioni per la messa in sicurezza degli edifici al piede ha avuto una ruolo primario. Infatti solo attraverso la progettazione e la realizzazione di un’opera passiva al piede sotto forma di un imponente rilevato/vallo paramassi, costruito anche con le macerie degli edifici distrutti, è stato possibile limitare l’area soggetta a pericolosità geostatica. Il limite del vincolo geostatico, cautelativamente, è posto a valle dell’opera di difesa in quanto tiene conto dei possibili cedimenti del manufatto in caso di impatto. All’interno dell’area a monte del vallo non sono presenti edifici di civile abitazione.
La frana si è innescata lungo le ripide pareti costituite in prevalenza da conglomerati e subordinate brecce (Conglomerato di Osoppo). In origine, nel Miocene sup.-Pliocene, i conglomerati e brecce di Braulìns formavano un deposito unico e continuo con i conglomerati del vicino Colle di Osoppo (v. geosito Colle di Osoppo). La separazione nei due nuclei, oggi divisi dal corso del Tagliamento, è avvenuta ad opera del successivo alternarsi di erosioni fluviali e di esarazioni glaciali.