Quando erano di moda le “strisce a fumetti” ho partorito Adamus Evaque (Adamo ed Eva, scritti alla latina; come se fossero nati ai tempi di Cesare e già questa, da sola, poteva essere considerata una solenne idiozia). Si trattava di disegni effettuati a penna biro su un block-notes a quadretti.
Facevano schifo. Ero graficamente alle prime armi. Armi le cui polveri erano costantemente bagnate all’inverosimile. Però ero giovane e questo mi faceva sembrare belle le cose che producevo. L’orologio a quei tempi segnava la fine degli anni ’60.
Pochi anni dopo, ritrovando quel block-notes, riguardando l’orologio e poi quegli stessi disegni di cinque anni prima, presi coscienza che valevano quanto l’ascella di un maratoneta appena squalificato dopo una gara finita oltre il tempo limite.
Se volevo salvare almeno le battute (non mi sembravano proprio da buttare) avrei dovuto ridisegnare tutte le strisce.
E così feci, realizzandole con lo stesso rapidograph (strumento ormai della preistoria) che mi era stato fedele ed inseparabile amico nella realizzazione del Cartellone della 5a B, al Liceo Marinelli di Udine.
Questi, se avete la voglia e la pazienza di sfogliarli, sono i risultati.
Adamus Evaque
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