Appassionare gli studenti è davvero un’impresa disperata?
L’impostazione di un ciclo di lezioni sulle Scienze della Terra dovrebbe partire proprio da quest’ultima domanda, cercando poi, durante tutto l’anno, di distribuire stimoli e di sollecitare esperienze, finalizzando gli sforzi didattici al conseguimento di riscontri positivi percentualmente significativi.
Lo studente medio tende oggi a considerare le Scienze, e nello specifico le Scienze della Terra (Geologia s.l.), tanto una materia minore quanto un insieme di informazioni (nozioni e concetti) terribilmente aride, tremendamente complesse, dannatamente mnemoniche. Eppure, chi con passione insegna la Geologia, la considera appassionante, coinvolgente, magica. L’esatto contrario. Dove sta allora la verità? Occorre considerare che, a monte dei più drastici giudizi degli studenti, troveremmo certamente degli insegnanti demotivati e per nulla appassionati. Come, con altrettanta certezza, a valle delle più entusiastiche dichiarazioni dei professori ci imbatteremmo sicuramente in classi dall’elevato rendimento medio.
Diciamo che, se eliminiamo la coda e la testa della gaussiana, resta una moda pronunciata rappresentata da classi poco produttive e moderatamente svogliate nei confronti delle Scienze della Terra, con professori alla faticosa ricerca di un modo migliore di coinvolgere le classi e presentare loro la materia. Questa nota si rivolge proprio agli insegnati che fanno parte di questo rappresentativo insieme, il picco modale, nella speranza di fornire indicazioni utili a produrre un’asimmetria positiva nella curva, rappresentativa di risultati e ricadute.