Rumòra il mare
sfregando la battigia.
E chiama.
Con l’onda e la risacca
si dipana.
E scorre.
Alla riva s’affida
scivolando.
E schiuma.
Il mormorìo d’infrangersi
perpetuo
del progressivo battito
dell’onde,
schierate bianche e srotolate
in file,
nell’aria intorno si distende
e pare
un cadenzato liquido
rintocco.
Quasi il pulsar del Tempo
e della Terra.
E chiama il mare,
eternamente.
E scorre.
E poi schiumando
si distende.
E sale.
Come ai primordi
della Terra
- uguale -
s’inarca ardito
lanciandosi alla riva
e rifluendo.
All’infinito.