Il ripiano di Clavais (circa 400 x 200 m) può in apparenza essere considerato una vera e propria anomalia dato che si colloca sospeso a 300 m sul fondovalle e interrompe le abituali morfologie di questo tratto vallivo, rappresentate da tozzi rilievi arrotondati. Questi ultimi sono l’effetto prodotto dall’esarazione glaciale würmiana sui litotipi (brecce di dolomie, di calcari dolomitici, di marne e di calcari) della Fm. a Bellerophon (Permiano sup.). Lo stesso paese di Clavais è sorto all’estremità di uno di questi colli.
Nella stessa zona, a poca distanza, un altro rilievo dello stesso genere è visibile tra Liariis e Chialina. Queste morfologie glaciali sono a loro volta separate una dall’altra da incisioni torrentizie più o meno profonde.
Nella fascia che si affaccia sulla Val Degano, in sinistra idrografica tra Ovaro e Comeglians, il Rio Navas è di gran lunga il corso più inciso e profondo. è utile citarlo perché rappresenta la ragione della presenza del ripiano di Clavais.
La storia che caratterizza questo segmento di vallata è comune a quella della zona di Illegio, lungo la Valle del Bût (v. geosito Deposito di contatto glaciale (Kame) di Illegio). Come per quest’ultima, durante la deglaciazione würmiana – circa 18.000 anni fa – i versanti vallivi avevano già perso la coltre glaciale anche se una lingua di ghiaccio, spessa qualche centinaio di metri e in progressivo ritiro, continuava ad occupare la Val Degano. Occorre immaginare il contesto dell’area alpina orientale così come si presentava durante la fase di rapido disgelo.
La lingua glaciale che scorreva nel fondo della Val Degano era ancora alimentata dai ghiacciai attivi sui rilievi di alta montagna (giogaia del Monte Cogliàns), in lento movimento verso le quote inferiori.