Il Passo di Monte Croce Carnico è collocato lungo il confine italo-austriaco, sulla linea di spartiacque di prim’ordine tra il bacino idrografico del Mare Adriatico (territorio italiano) e quello del Mar Nero (territorio austriaco). Evidenze morfologiche suggeriscono che alcune centinaia di migliaia di anni fa i drenaggi fluviali di questo settore fossero molto diversi dalla configurazione odierna.
L’attuale valico è un solco largo in sezione non più di 100 m e allungato in direzione N-S per 300 m. è delimitato da versanti in roccia (calcari devoniani) con pareti sub-verticali. A sua volta l’incisione del Passo è contenuta in una più ampia conca rocciosa dalla tipica forma a U (origine glaciale). Di essa incide il fondo per quasi 200 m. La larghezza della conca a U è circa quattro volte quella della stretta incisione del valico ed è anch’essa orientata in senso meridiano.
La doppia morfologia del settore di valico suggerisce lo sviluppo di una iniziale esarazione glaciale che ha generato la grande conca a U; ad essa è seguita l’incisione fluviale che ha prodotto il solco di valico. Considerazione importante: sia i ghiacci sia il successivo corso fluviale sostituitosi ad essi, ricevevano alimentazione da Sud, dalla giogaia dei Monti Crostis e Terzo, scorrendo su un fondovalle che correva prossimo a 1600-1400 m di altezza. Anche il tratto vallivo che da Timau si allunga verso il Passo di Monte Croce Carnico era collocato a quote comparabili e le sue acque (e ghiacci) si muovevano verso il Passo di Monte Croce Carnico scendendo dalla zona di Pramosio.
Osservando oggi la zona appena a valle di Timau non può sfuggire l’angusto restringimento della vallata. La strettoia, lunga meno di 1 km – un’incisione fluviale tra ripide sponde rocciose – si colloca nel punto in cui il corso del Torrente Bût effettua una deviazione a gomito prossima a 90°. La particolare morfologia suggerisce uno sviluppo relativamente recente rispetto alle altre parti della vallata. La ragione potrebbe essere fatta risalire alla presenza, in quello stesso p
unto e fino ad alcune centinaia di migliaia d’anni fa, di un alto diaframma roccioso che collegava il Monte Terzo alla Creta di Mezzodì (Pramosio). Era un crinale in grado di separare i drenaggi diretti a Nord (Austria) via Passo di Monte Croce Carnico, da quelli diretti a Sud, verso Paluzza e Tolmezzo.